mercoledì 23 novembre 2016

Come educare alla libertà. Un diritto di ogni bambino



Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza. La nostra Agnese Ferrara ha tenuto da Mamma Mamma Ravenna un incontro molto intenso e partecipato da mamme e papà su uno dei diritti più importanti.

E in questo articolo, riprendendo uno dei principi (e titoli) fondamentali della pedagogia montessoriana, ci spiega cosa può fare l'azione educativa, cioè noi genitori, per consentire al bambino di conquistarlo.


Cosa significa “educare alla libertà”?
Educare alla libertà significa semplicemente tenere per mano i bambini durante la crescita, guidarli verso la scoperta del proprio sé autentico, dei proprio bisogni e delle proprie inclinazioni personali.

Educare alla libertà è rispettare i bambini per quello che sono, valorizzandone l’individualità a discapito dell’omologazione, per un’educazione nonviolenta, ecologica e creativa.
La fatica più grande dell’essere bambini oggi è il doversi confrontare con una società che ha pretese smisurate rispetto a quelli che sono i propri bisogni: è una società che corre, che va di fretta, che deve raggiungere sempre “qualcosa di più”, che non sa fermarsi e non sa stare in un tempo senza tempi, ovvero destrutturato, senza regole o rigidi schemi e orari a cui attenersi.
Quante volte, nell’arco della giornata, diciamo ai nostri bambini di sbrigarsi e di correre? E’ sempre troppo tardi: la mattina quando ci si deve preparare per andare a scuola, a pomeriggio quando è ora del pisolino pomeridiano, all’ora di merenda, quando si devono fare i compiti, all’ora di cena e infine quando è ora di mettersi il pigiama. Capita spesso che i genitori siano in difficoltà nella gestione del tempo con i proprio figli, perché è come se si sentissero “tirati” da due forze, da una parte le incombenze quotidiane e dall’altra la richiesta dei propri bambini, che è quella di rallentare, di aspettare “ancora un minuto”.
Generalmente basta riflettere insieme ai genitori sul fatto che tale richiesta è lecita e a volte basta davvero poco per trovare un punto d’incontro e correre di meno, come svegliarsi un po’ prima al mattino oppure sostituire la televisione con la lettura di un bel libro.
A questo proposito, più di 20 anni fa, Gianfranco Zavalloni, innovativo maestro di scuola materna nonché dirigente scolastico, scrisse il “Manifesto sui Diritti naturali di Bambini e Bambine”:
  1. Diritto all’ozio: a vivere momenti di tempo non programmato dall’adulto
  2. Diritto a sporcarsi: a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti
  3. Dirittto agli odori: a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura
  4. Diritto al dialogo: ad ascoltare e poter prendere la parola, interloquire e dialogare
  5. Diritto all’uso delle mani: a piantare chiodi, segare, raspare legni, scartavetrare, incollare, plsmare la creta, legare corde, accendere un fuoco
  6. Diritto ad un buon inizio: a mangiare cibi sani sin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura
  7. Diritto alla strada: a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade
  8. Diritto al selvaggio: a costruire rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi in cui arrampicarsi
  9. Diritto al silenzio: ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua
  10. Diritto alle sfumature: a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare nella notte la luna e le stelle
Io credo che tenere a mente questi diritti faciliti di gran lunga i genitori nel difficile compito di guidare con autorevolezza i propri bambini verso una crescita sana, mirata all’autonomia e all’indipendenza.
Educare alla libertà non significa lasciare i bambini liberi di fare qualsiasi cosa gli passi per la testa, ma significa guidarli all’interno della “Zona di Sviluppo Prossimale”, ovvero sempre un po’ più in alto rispetto alle loro capacità. Un educatore attento (genitore o insegnante) sa fin dove il bambino può riuscire da solo e dove può arrivare con un piccolo aiuto dell’adulto, ed è in quest’ultima zona che ci si deve inserire: l’aiuto dell’adulto non deve necessariamente essere materiale, l’adulto non deve sostituirsi fisicamente al bambino ma aiutarlo a “fare da solo”, anche semplicemente attraverso la propria presenza discreta e non intrusiva.
Solo così si alimenterà l’autostima del bambino e di pari passo la sua autonomia.
Viceversa, è controproducente chiedere a un bambino di svolgere compiti non adatti alla sua età (come per esempio chiedere di apparecchiare la tavola con piatti di vetro e porcellana ad un bambino di due anni, che invece si sentirà più sicuro, almeno le prime volte, a portare il pane) poiché questo determinerà un’immagine negativa di sé e delle proprie capacità.
Per la salute e il benessere psicologico dei bambini è inoltre di estrema importanza evitare punizioni, ricatti affettivi (“Se non fai come ti dico, non ti vorrò più bene”) e paragoni con altri bambini, fratelli o coetanei.
Le ricerche scientifiche hanno largamente dimostrato che le punizioni, oltre a essere inefficaci nell’eliminazione del comportamento indesiderato, provocano potenti effetti emozionali negativi in quanto generano ansia, paura e comportamenti aggressivi e soprattutto si focalizzano su quello che il bambino non deve fare ma non insegnano il comportamento corretto.
Allo stesso modo, anche i ricatti affettivi sono emotivamente devastanti, poichè perdere l’amore del proprio genitore è la paura più grande per un bambino, ed è presente in tutti i bambini, a livello più o meno consapevole. Il ricatto affettivo concretizza e rende possibile l’avverarsi di questa paura.
Infine, i paragoni con altri bambini, che spesso sono fatti per stimolare a fare meglio, non fanno altro che minare l’autostima e l’immagine di sé, oltre che omologare ad un’unica modalità di risposta, cognitiva, emotiva e comportamentale, invece di valorizzare le peculiarità individuali.
Educare alla libertà è semplicemente amare i bambini per quello che sono, nell’espressione delle proprie emozioni e dei propri bisogni e valorizzarli prima di tutto come persone e come individui unici, nel rispetto dei loro tempi.
dott.ssa Agnese Ferrara, psicologa esperta in fisiologia e psicologia perinatale agneseferrara@hotmail.com




Bibliografia:
“La pedagogia della lumaca. Per una scuola lenta e nonviolenta”, G. Zavalloni, Ed. Emi
“Educare alla libertà”, M. Montessori, Ed. Mondadori

“Tratamientos Psicològicos: la perspectiva experimental”, J. Vila Castellar, M°Carmen Fernandez-Santaella, Ed. Piramide

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